Non ci piace il ministro Mariastella Gelmini, tanto meno la sua riforma. Nemmeno gode delle nostre simpatie il direttore de "Il Giornale" Mario Giordano, né apprezziamo il suo modo di fare giornalismo. Però reputiamo che siano liberi, come tutti i cittadini che vivono in una repubblica democratica, di presentare libri di cui sono autori e di esporre liberamente le loro opinioni. Per questo riteniamo deplorevole nella maniera più assoluta la contestazione a cui sono stati sottoposti oggi a Milano: non tanto per il fatto in sé, quanto perché è stato impedito loro di parlare e sono stati costretti ad abbandonare la libreria dove erano ospiti.
Due cose però bisogna rimarcare:
- a contestare non c'erano branchi di violenti sovversivi black-block, ma docenti e genitori iscritti a "Rete scuole";
- il ministro Gelmini ha SEMPRE rifiutato il confronto, anche nelle aule del Parlamento, dove la sua riforma (di TAGLI) è stata imposta con il voto di fiducia, senza possibilità di discussione.
Attenzione, quindi: il Paese sta arrivando ad un punto critico di tensione sociale.