venerdì 19 giugno 2009

Referendum: sì o no?

Domenica 21 giugno (dalle 8,00 alle ore 22,00) e lunedì 22 giugno (dalle ore 7,00 alle ore 15,00) si vota per il referendum elettorale e per i ballottaggi delle amministrative (da tenere d'occhio l'esito delle città di Bari, Bologna, Firenze e della provincia di Milano).
Dei referendum si è proprio parlato poco, e sono molti gli italiani che hanno le idee poche chiare riguardo ai quesiti che saranno posti. Cerchiamo quindi di dare qualche indicazione.
Cominciamo con il dire che purtroppo il governo, per accontentare la Lega che è nettamente contraria al referendum, ha preferito sprecare centinaia di milioni pur di impedire che il 6-7 giugno gli italiani potessero votare anche per il referendum elettorale.
L'opposizione della Lega è però giustificata, almeno per quel che concerne i suoi interessi, e vediamo il perché.
Verranno posti 3 quesiti, identificati ciascuno con una scheda di colore diverso: viola, beige e verde.
Quella viola e quella beige riguardano in sostanza la stessa materia (ma la prima si riferisce alla Camera e all'elezione dei deputati, mentre la seconda al Senato e all'elezione dei senatori): servono ad abrogare, con il Sì, il godimento del premio di maggioranza ai partiti minori coalizzati con il vincitore. Se dovessero vincere i Sì, il premio di maggioranza andrebbe alla singola lista, e non più alla coalizione di liste, che ottiene più voti. Ci sarebbe poi un ulteriore effetto: si innalzerebbero le soglie di sbarramento e per ottenere rappresentanza parlamentare, le liste dovrebbero raggiungere il 4% alla Camera e l'8% al Senato.
Il quesito della scheda verde riguarda invece le candidature e propone di abrogare la possibilità che una stessa persona possa candidarsi in più collegi contemporaneamente.
Si può ben capire dai quesiti posti dalle schede viola e beige, perché la Lega Nord (ma anche altri partiti minori come UDC, IdV, quelli della sinistra radicale) avversi il referendum: se passasse il quorum e vincessero i Sì, le forze minoritarie non potrebbero più collocarsi in posizione di ago della bilancia e porre ricatti per la tenuta del governo (come avviene adesso).
Non solo: la soglia di sbarramento all'8% rischierebbe di estromettere dal Senato diverse forze politiche.
Insomma, è un referendum che punta dichiaratamente al bi-partitismo.
E non a caso, ne sono favorevoli Pdl e PD.
E' da chiarire che questo referendum non reintroduce la preferenza: quindi la legge "porcata" di Calderoli rimarrebbe. I fautori del referendum però, a riguardo, dicono che se vincessero i Sì, il Parlamento sarebbe costretto a discutere e rivedere la legge elettorale.
Quali le conseguenze della vittoria del Sì? La più importante è che il sistema elettorale come modificato dal referendum indurrebbe i soggetti politici a perseguire la costruzione di un unico raggruppamento, aprendo, come detto, un sistema bipartitico e riducendo ulteriormente la frammentazione.
Niente più litigiose coalizioni, ed una notevole semplificazione.
I detrattori del referendum indicano alcuni rischi, se passasse il Sì: uno è che Berlusconi non avrebbe più il puntello della Lega Nord e, oltre ad essere libero di fare ciò che vuole, governerebbe per decenni.
C'è però chi dice che comunque Berlusconi già adesso, con questa coalizione e con questo sistema elettorale, governerebbe ancora lungamente, facendo ciò che più gli aggrada (esempio: il Pdl vota il federalismo e la Lega in cambio vota le leggi vergogna sulla giustizia, sulle intercettazioni, sulla riforma dell’ordinamento giudiziario, sul Lodo Alfano.)
Un altro aspetto (non meno grave) è che l'innalzamento delle soglie di sbarramento estrometterebbe senza nessuna speranza i partiti della sinistra e potrebbe addirittura colpire con l'esclusione anche altre forze minori: Lega, ma anche UDC e IdV. E democraticamente la cosa non è apprezzabile (ecco perché chi scrive voterà NO).
Ricapitolando invece le indicazioni dei partiti:
- Lega Nord, UDC e partiti della sinistra invitano all'astensione e al non raggiungimento del quorum
- IdV è decisa invece per il NO
- PdL e PD sono per la vittoria del Sì, anche se il primo però, a seguito di accordi con la Lega, si è impegnato a non promuovere il voto.
Per ulteriori chiarimenti, vi invito a informarvi qui e qui.
E, come PD, incrociamo le dita per i ballottaggi!