Fanno davvero sorridere le velate "minacce" del premier agli organi nazionali ed internazionali di controllo ed ai media "catastrofisti", che altro non fanno che riportare gli impietosi dati reali legati alla crisi.
In realtà, i destinatari dei suoi nemmeno tanto criptici messaggi sono:
- il gruppo editoriale "Repubblica-L'Espresso", per aver portato alla luce i primi scandali che hanno tanto fastidio gli stanno procurando
- il Presidente della Banca d'Italia Mario Draghi, indicato dai più come il suo "successore" in qualità di capo del governo.
Ormai siamo di fronte al penoso spettacolo di un anziano signore che si sta accorgendo dell'inevitabile declino a cui sta andando incontro, e che come cerca di mascherare quello fisico con capelli finti, fard in tasca e trucco pesante, lo stesso fa con quello politico, rilasciando dichiarazioni (sempre le stesse) che ripete in maniera ossessiva: "niente crisi e ottimismo, spendere per far riprendere i consumi, veleni e calunnie contro di me, sono il più popolare di tutti, magistrati eversivi..."
Parole che sembra ripetere più a se stesso, perché anche lui, ormai, fatica a crederci.
Coraggio, l'agonia forse potrebbe finire presto: chissà, tra l'autunno e l'inverno addirittura tutto questo potrebbe essere solo un pallido e brutto ricordo. E in quel periodo, quando eleggeremo il nuovo Segretario del PD, il nome che ne uscirà magari potrebbe coincidere, in un futuro a breve, con quello del prossimo Presidente del Consiglio.
Almeno, questo è quello che ci auguriamo.