In questi giorni si è dibattuto da più parti sull'eventuale paura del PD di andare subito alle elezioni anticipate. Una paura che sarebbe di certo controproducente. Bersani ed i vertici del Partito non avrebbero comunque timori di affrontare le urne, quanto di farlo con l'attuale legge elettorale. Per questo spingono per un governo di transizione che porti a termine riforme necessarie ed urgenti per il Paese, in primis una nuova legge elettorale. E per questo sono disposti ad un'alleanza ampia e trasversale. C'è da dire che anche Di Pietro, che prima sembrava poco disposto, pare convinto anche lui sul governo tecnico.
Ciò non toglie però che il PD rimanga ancora sulle sue, in attesa, quando invece dovrebbe spingere ancor di più sull'acceleratore approfittando delle difficoltà del centrodestra. Mi viene in mente il libro di Anthony De Mello ("Messaggio per un'Aquila che si crede un Pollo"): una serie di aneddoti che illustrano come raggiungere la consapevolezza di se stessi, ovvero ciò che effettivamente ognuno di noi vale. E l'esempio principale (che dà il titolo al libro) è quello di un'aquila allevata come un pollo e che quindi non si rende conto della sua vera natura. Come nel libro di De Mello, l'impressione è che il PD abbia ancora un problema di identità, non sia consapevole dei propri mezzi e non sappia quindi fino a dove può arrivare. De Mello scrive che “la vita è quella cosa che ci accade mentre siamo impegnati a fare altri progetti”. Ecco, il PD invece di rimanere in attesa e fare ipotesi sulle alleanze rincorrendo gli altri, dovrebbe prendere in mano la situazione. Mobilitarsi, come fossimo già in campagna elettorale, ed andare in mezzo alla gente, per spiegare che è Berlusconi che "antepone i propri particolari interessi al bene di tutti, al bene del Paese"; far capire agli italiani che questo governo ha fatto poco o nulla, e che il rischio non è adesso, ma il futuro, perché diritti e servizi come scuola, sanità, trasporti, acqua potabile, energia, domani potrebbero non esserci più o costare troppo cari perché la maggior parte di noi possa accedervi. E illustrare le nostre proposte: riforma elettorale, lotta alla corruzione, sostegno alle imprese ed all'occupazione, un federalismo nazionale che unisca e non divida... Il Partito può contare su una base invidiabile di sostenitori che nei momenti cruciali (vedi le primarie) non hanno esitato a fornire il loro impegno. Dobbiamo contare su noi stessi, senza fare troppo affidamento su altre forze: Di Pietro sappiamo come si muove, Vendola rappresenta un azzardo. E il "terzo polo" (o pollo) non è detto nemmeno che parta, visto che devono ancora iniziare e già ci sono i primi contrasti (e guarda caso c'è di mezzo la Binetti). Ritagliamoci già da ora un nostro spazio, un'area su cui agire: quella del riformismo, del lavoro e del merito, dei giovani e del futuro, della giustizia e della solidarietà, dello sviluppo e dell'ambiente. Muoviamoci, perché stiamo perdendo anche il ruolo di opposizione, visto che altri sembra vogliano mettersi in pole position.
Caro PD, ricordati di ciò che sei e quanto vali, e sii pronto a spiccare il vol(t)o.