Mercoledì 4 agosto si vota alla Camera la mozione di sfiducia, presentata da PD ed Idv, contro il sottosegretario alla Giustizia Caliendo, in seguito al suo coinvolgimento nell'inchiesta P3. Un voto che potrebbe decidere le sorti del governo.
Berlusconi è convinto che i "finiani" (ora Fil - Futuro e libertà per l'Italia) non faranno mancare il loro appoggio alla maggioranza. Ma se ciò non avvenisse, è pronto per andare subito al voto.
In effetti il gruppo di Fini sembra orientato all'astensione: decisione che metterebbe effettivamente in difficoltà il governo.
In vista di tutto ciò, si stanno preparando strategie, cercando intese ed affilando le armi. Pierluigi Bersani si è espresso per il PD dichiarandosi favorevole ad un governo di transizione ed allargando il dialogo perfino alla Lega. Ma Bossi sembra piuttosto deciso a seguire Berlusconi.
Intanto Beppe Grillo, annuncia che in caso di elezioni, il suo Movimento si candiderà. E la discesa in campo dei "grillini", in caso di elezioni, come successo in Piemonte, potrebbe scompaginare i voti del centrosinistra. Anche Grillo comunque, in questo momento, preferirebbe «un governo tecnico di durata sufficiente per mettere, per quanto si può, sotto controllo il debito pubblico che sta esplodendo nel silenzio generale, per ridare la scelta del candidato agli elettori, per eliminare i rimborsi elettorali ai partiti, nel rispetto del referendum, e per fare una legge sul conflitto di interessi che elimini alla radice il problema Berlusconi».
Il crocevia rimane mercoledì: vedremo se anche questa volta la montagna partorirà un topolino. Cosa probabile, visto che l'opposizione di Fini è alquanto bizzarra, se si tiene conto che nel governo siedono tuttora alcuni suoi uomini.
Non facciamoci quindi troppe illusioni, anche se la mozione presentata contro Cosentino qualche frutto l'aveva dato.
Di certo si capiranno le intenzioni di Gianfranco Fini: se la sua è una vera svolta politica o solo mero opportunismo.