Nonostante il giudice del lavoro abbia ordinato il reintegro dei 3 operai licenziati da FIAT nello stabilimento di Melfi, l'azienda torinese opta per il braccio di ferro e vieta loro l'ingresso in fabbrica, pur continuando a pagarli. Al di là delle ragioni di FIAT o meno, resta il fatto che c'è una sentenza di un giudice che va rispettata, così come i diritti dei lavoratori. Oltretutto, in un clima sempre più esasperato, appare davvero controproducente la scelta di Marchionne di intraprendere questa strada senza uscita, quasi a volere inasprire lo scontro: non sarebbe il caso che qualcuno inizi a fare un passo indietro?
Intanto, interessante la proposta del segretario Cisl Bonanni, che chiede di introdurre forme di partecipazione dei lavoratori nell'azienda. Forse lo spirito con cui andare avanti consiste proprio nella politica del coinvolgimento e del venirsi incontro.