domenica 4 luglio 2010

Il governo del "ghe pensi mi" e del "fa nagòtt"

Il grande attore Tino Scotti (nella foto con l'altro "comico") mai avrebbe immaginato che la sua parodia del "cummenda faso-tutto-mi" sarebbe stata ripresa un domani come strategia politica. Il "ghe pensi mi" di Berlusconi appare però ancora più grottesco dello sketch dell'artista milanese.
La realtà è che, come ha sottolineato Pierluigi Bersani ieri all'assemblea del PD lombardo, il guaio dell'Italia è proprio il fatto che a pensare alle sue sorti sia proprio Berlusconi. Il governo appare alquanto allo sbando, e non saranno certo le battute ad effetto a risollevare la delicata situazione in cui si trova l'Italia.
Stanno venendo a galla enormi contraddizioni nella maggioranza, che rischiano di bloccare il Paese: legge anti-intercettazioni (dove il PD voterà gli emendamenti proposti dai "finiani" per migliorare questa scandalosa legge); la questione del ministro del nulla Brancher (in cui il PD si è fatto promotore di una mozione di sfiducia); la manovra economica (che ogni giorno mostra continue marce indietro del governo e vede contrari anche presidenti delle regioni governate dal centrodestra, come Formigoni).
Enrico Letta sostiene che se la situazione dovesse davvero evolversi all'immobilità, sarebbe opportuno rendere governabile il Paese con una nuova maggioranza: con nuove elezioni od un governo istituzionale di larghe intese (ma senza il "ghe pensa lù").
Riteniamo la cosa difficile. Ma non impossibile.