Il ministro Galan aveva promesso le sue dimissioni nel caso fosse passato l'emendamento della Lega sulla proroga del pagamento delle multe relative alle quote latte. Cosa puntualmente avvenuta: ora vedremo se Galan è uomo dai solidi principi, oppure è una "mozzarella" che tiene alla poltrona.
Rimane comunque il nodo relativo alle quote latte che l'Europa ci impone, e che meriterebbe di essere ridiscusso.
In pratica: ad ogni Paese della UE viene dato un limite da non superare per la produzione del latte, pena sanzioni: ogni allevatore può produrre e commercializzare latte anche oltre la propria quota, salvo avere la consapevolezza di incorrere, così facendo, nel pagamento di un tributo.
Tutto questo serve a regolare l’offerta in modo che il latte non si deprezzi. La cosa assurda è che però il quantitativo di latte che viene permesso di essere prodotto in Italia non è sufficiente al fabbisogno nazionale, per cui siamo costretti ad importare latte dall'estero, la cui qualità spesso lascia a desiderare, con i risultati che purtroppo conosciamo. E con danni alla nostra agricoltura (oltre che alla salute dei consumatori).
Giustificata quindi la rabbia dei nostri allevatori verso questa norma, soprattutto se si tiene conto che il latte importato ed i prodotti realizzati con esso vengono fatti passare come "Made in Italy". (Per ulteriori approfondimenti vi segnaliamo questo interessante servizio andato in onda ad "Annozero").
Al di là di questo, l'emendamento voluto dalla Lega è comunque uno schiaffo alla legalità, in particolare ai tanti allevatori corretti che, a prezzo di grandissimi sacrifici, hanno scelto di agire nel pieno rispetto delle regole pagando le multe. E non a caso è contestato dalle principali associazioni di categoria.
Come al solito per i piccoli interessi privati (in questo caso elettorali e di casta) si inventano nuovamente escamotage per favorire i pochi furbi (in questo caso si parla di meno di 100 allevatori su migliaia). Ed a pagare questa ennesima furbata saranno i cittadini italiani: perché il mancato pagamento delle multe fa scattare automaticamente una sanzione UE nei confronti dell'Italia.