Nonostante i numerosi appelli, la presentazione di emendamenti, poi respinti, sia da parte dell'opposizione ma anche dalla maggioranza, nel DDL anti-intercettazioni resta la norma che prevede una sanzione fino a 12.500 euro per qualunque gestore di siti informatici “ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica” che non proceda alla rettifica entro 48 ore dalla richiesta e secondo precisi criteri di grafici, di posizionamento e visibilità.
Un provvedimento che rischia di paralizzare il blog e uccidere la libertà di comunicazione su internet. E che oltretutto ci allontana dall'Europa e ci avvicina a regimi come la Cina, la Birmania o l'Iran.
In pratica si vuole trasformare internet in una sorta di televisione (e qualche prova di trasmissione è già iniziata).
La cosa più assurda, però, è che più che la volontà di limitare la libertà, ci sia, da parte dei nostri politici, la non consapevolezza dell'importanza e del funzionamento della Rete, che è il media principale su cui si svilupperà la comunicazione del futuro.
E quando capitano cose di questo genere, ci fanno davvero schifo un Paese come questo e chi lo governa. Soprattutto quando vengono cancellate invece leggi per salvare la "cricca". Di fronte ad uno stato di cose così inammissibili, ora più che mai è necessario fare sentire una forte protesta.
Qui la pagina Facebook, e qui la petizione da firmare.