"Videosorveglianza a go-go nelle nostre città, body-scanner negli aeroporti e nelle stazioni, tecnologia RFID per accedere negli stadi, acquisizioni di massa dei dati personali relativi alla navigazione degli utenti per combattere la pirateria audiovisiva, impronte digitali sui passaporti e dati biometrici per vigilare sugli accessi a banche ed istituti di credito... Negli ultimi tempi, nelle scelte politiche, l’esigenza di sicurezza ha sempre avuto la meglio sulla privacy. Con la sola importante eccezione del famigerato DDL intercettazioni.
Siamo in uno scenario che si avvia superare quello delineato - all’epoca con uno straordinario sforzo di immaginazione - da George Orwell in 1984".
Guido Scorza centra perfettamente il problema: la privacy diventa un alibi, a tutela di cricca, mafia e poteri forti ed a scapito della sicurezza di tutti.
Alla faccia di chi poi annuncia un Paese "più europeo, più civile e più moderno".