Il Dipartimento Economia e Lavoro del Partito Democratico ha realizzato un documento contenente le proposte per correggere la manovra sbagliata e ingiusta del governo.
Innanzitutto sono stati analizzate le cause che hanno portato alla situazione di oggi, che non è dovuta solo alla crisi, ma anche:
a. l’eliminazione delle misure di contrasto all’evasione fiscale introdotte dal Governo Prodi e il dimezzamento delle sanzioni per l’evasione accertata;
b. il “salvataggio” dell’italianità di Alitalia;
c. la completa eliminazione dell’Ici sulla prima casa per i nuclei familiari a reddito e patrimonio più elevato;
d. gli incentivi fiscali al lavoro straordinario quando già; incominciava a moltiplicarsi il ricorso alla Cassa Integrazione;
e. la riduzione delle compensazioni fiscali alle banche per le perdite su crediti inesigibili in una fase segnata dalla contrazione dell’offerta di liquidità; alle piccole imprese.
Aggiungiamo noi anche l'aumento spropositato della spesa pubblica che, ormai è accertato, avviene sempre durante i governi di destra.
Poi, valutando la manovra presentata dal governo, si rilevano altre mancanze, in particolare: i tagli orizzontali e ciechi, e pertanto inefficaci, alle spese di funzionamento delle pubbliche amministrazioni senza alcun disegno di riorganizzazione complessiva di ciascuna macchina amministrativa; il Patto di Stabilità che blocca gli investimenti anche degli enti locali virtuosi; la totale assenza di riforme strutturali per il rilancio dell'economia; misure deboli per il rafforzamento dei fondi di garanzia per il credito alle micro, piccole e medie imprese, che oltretutto lamentano anche ritardi nei pagamenti da parte della P.A.; tagli sostanziali alle Regioni, che si ripercuoteranno sui servizi anche con aumento delle tariffe.
Il PD invece punta su misure per la crescita, per il lavoro e per l’equità, concentrate su 4 assi:
I) riforme fiscali, per spostare il carico dal lavoro e dall’impresa ai redditi evasi e ai redditi da capitale
II) allentamento del Patto di Stabilità Interno per evitare a Regioni, Province e Comuni pesanti tagli agli investimenti, in particolare per la messa a norma degli edifici scolastici e per la green economy, ai servizi sociali, alle politiche di sostegno delle piccole imprese e del lavoro autonomo
III) integrazione delle risorse per la scuola, articolazione degli interventi per il contenimento dei costi nel pubblico impiego, in particolare per i giovani precari, revisione degli interventi sugli enti di ricerca pubblici; riforma del sostegno al reddito per i giovani disoccupati da lavori precari
IV) riavvio delle liberalizzazioni nel settore dell’energia, della distribuzione, dei servi bancari, dei servizi professionali, del trasporto pubblico.
Certo, gli interventi per la crescita devono avere una copertura. E la si può ottenere tramite:
1. “piani industriali” specifici ed interventi per la riorganizzazione e l’efficienza delle pubbliche amministrazioni (lasciando perdere progetti campati in aria come il Ponte sullo Stretto, proposta condivisa anche dal ministro Maroni)
2. contrasto all’evasione fiscale e contributiva
3. allineamento della tassazione dei redditi da capitale
4. l’asta per l’assegnazione delle frequenze liberate dal digitale terrestre ed il passaggio delle pubbliche amministrazioni all’utilizzo dei software open source.
Un'alternativa, come si può ben vedere, ispirata a equità e rigore e che sarà tema di discussione alla manifestazione nazionale di sabato 19 giugno, alle ore 10 al Palalottomatica di Roma.
Qui trovate il documento integrale in formato pdf.