"Egregio Direttore,
faccio riferimento ad un argomento di cui si parla molto in questi giorni : "Finalmente parità vera".
Intuisco che ancora una volta siano le donne ad essere penalizzate, come sempre , bastonate..."
Inizia così la lettera inviata al quotidiano "La Prealpina" da una nostra concittadina, facendo riferimento ad un recente avvenimento: il limite dell'età pensionabile delle donne nel settore pubblico portato a 65 anni.
Per il "flaccido" ministro Sacconi è una richiesta pretesa dall'Europa, a cui non possiamo sottrarci pena pesanti sanzioni. A dire la verità, l'Europa ci ha chiesto altre cose, come ad esempio il passaggio di Rete 4 sul satellite per lasciare le frequenze a Europa 7, che non abbiamo mai soddisfatto e per cui abbiamo pagato sanzioni: ma lì ci sono in ballo gli interessi privati di Berlusconi.
E comunque non è proprio come dice Sacconi: l'Europa ha chiesto sì l'aumento di età pensionabile per le donne, ma in un contesto generale di pari opportunità nel mondo del lavoro: che vuol dire, stessa facilità di inserimento, stesso stipendio, stesse possibilità di carriera, un welfare migliore che offra servizi adeguati in termini di asili e scuole, flessibilità di orari.
Tutte cose che giustamente propone anche il PD, perché il governo di tutto questo non parla affatto. Le donne italiane, infatti, oltre a partecipare al mercato del lavoro, sono costrette a reggere un welfare inefficiente e l’intero sistema sociale: tutto sulle loro spalle. Insomma, non si può concedere alle donne solo oneri e niente onori! Perché così non vale.
"Ragioniamo meglio, con conoscenza e coscienza, su cosa bisogna veramente modificare ed aggiustare, focalizziamo i reali problemi del nostro Paese, per favore non nascondiamoci dietro ad un dito!!! Andiamo male... Quando si toccano le donne, il sociale e la cultura... Andiamo proprio male, siamo alla frutta!!" conclude la nostra concittadina. Rammaricata e anche abbastanza incacchiata.
lunedì 14 giugno 2010
Governi che "odiano" le donne
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Vedano Olona