In questi ultimi giorni la Corte Costituzionale si è espressa sul ritorno del nucleare in Italia, in seguito al ricorso di alcune regioni che si oppongono alla decisione del governo di installare impianti sul loro territorio.
I giudizi sono stati piuttosto controversi:
- il 9 giugno è stata bocciata la legge 102/09, che permetteva il ritorno all’energia nucleare nel nostro paese (sentenza numero 215, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale il 18 giugno 2010)
- ieri invece ha respinto i ricorsi delle Regioni (Toscana, Umbria, Liguria, Puglia, Basilicata, Lazio, Calabria, Marche, Emilia Romagna e Molise) sulla legge delega del 2009 sul nucleare (legge n. 99 del 2009).
E non è finita: i giudici costituzionali prossimamente dovranno pronunciarsi anche sul decreto delegato del 15 febbraio scorso, nel frattempo impugnato da alcune regioni (Emilia Romagna, Toscana e Puglia).
Una cosa quindi è certa: il nucleare non è ancora partito, ma già sta lasciando parecchie scorie, seppur di tipo giudiziario.
Noi rimaniamo contrari alla scelta del nucleare, in quanto riteniamo sia fuori luogo affrontare enormi costi per una tecnologia non solo obsoleta e poco redditizia, ma che comporta anche notevoli rischi. Oltre al pericolo di eventuali fughe radioattive dalle centrali, esiste sempre il problema dello stoccaggio delle scorie. Meglio invece investire sulle nuove tecnologie e puntare sulle energie rinnovabili: un'alternativa meno dispendiosa, senza rischi e pericoli e con vantaggi immediati.