Nella Finanziaria 2010 è stato inserito il disegno di legge del ministro Calderoli che prevede il taglio del 20% dei consiglieri comunali ed elimina i consigli di quartiere (oltre a ridurre i difensori civici ed i direttori generali).
Avevamo già parlato di questa legge, e come essa penalizzi fortemente gli enti locali (comuni in primis). Che già risentono di tagli alle risorse, tanto che alcuni sindaci (come quello di Varese, Attilio Fontana) hanno protestato vivacemente.
Quello che ci chiediamo è perché, se proprio si voleva tagliare dei costi, si è scelto di ridurre la rappresentanza locale, espressione e strumento di partecipazione alla vita comunitaria. Oltretutto, è un provvedimento che contrasta nettamente con il federalismo, tanto decantato dalla Lega.
Perché invece non ridurre gli sprechi dei parlamentari? Oppure, se proprio la "casta" non volesse rinunciare ai propri privilegi, perché non tagliare enti come le province (la nostra, ad esempio, appare veramente inutile) oppure ridurre le poltrone dei consigli di amministrazione delle varie aziende speciali o delle municipalizzate?