In visita a Minsk, Berlusconi a Lukashenko (presidente della Bielorussia e considerato un freddo dittatore da gran parte dell’Occidente): «Il suo popolo la ama, e questo è dimostrato dai risultati delle elezioni che sono sotto gli occhi di tutti, che noi conosciamo e apprezziamo» (l'Unione Europea ha il pesante sospetto di aver truccato le elezioni che lo confermarono nel 2006).
Lukashenko (nella foto con Silvio Berlusconi) ricambia: «consideriamo la sua visita come un gesto eloquente a sostegno alla Bielorussia sulla scena internazionale». E in "dono" per tale favore, Lukashenko apre a Berlusconi gli archivi del Kgb, consegnandogli fascicoli che continuano a scottare.
A questo punto viene spontaneo porsi degli interrogativi:
- il viaggio di Berlusconi in Bielorussia fa parte della strategia di politica estera dell'Italia, che a quanto pare continua ad avere rapporti con i più disparati dittatori (dopo Gheddafi e Putin)?
- è o no una tappa decisa con il benestare di Bruxelles, per attuare un processo di disgelo con la Bielorussia, che per anni è stata sottoposta a sanzioni ed isolamento?
- gli archivi del Kgb donati a Berlusconi serviranno a fare luce sulla la sorte di diversi cittadini italiani che si trovavano nei campi di prigionia durante la seconda guerra mondiale, oppure a creare dossier per infangare avversari politici (e ci riferiamo ad esponenti dell'ex-PCI)?
Insomma, questa sconcertante visita così ossequiosa, a quello che gli USA considerano "l'ultimo dittatore d'Europa", servirà a fornire vantaggi all'Italia (contratti industriali, sblocco delle adozioni internazionali) oppure a tramare oscuri disegni?