martedì 30 giugno 2009

PD: congress in progress (3) - Da un Lingotto di "piombini" al Chiampari-No

Dalla riunione della componente giovane PD al Lingotto di Torino ci si aspettava il nome nuovo, la "pietra filosofale" capace di trasformare in oro i contenuti dei "piombini". Il nome emerso sembrava però che fosse quello di Sergio Chiamparino (nella foto). Non certo un giovane, quindi, bensì un politico di lungo corso, visti i suoi trascorsi soprattutto in qualità di Sindaco di Torino.
I giovani PD presenti al Lingotto avevano designato lui come outsider a Pierluigi Bersani e Dario Franceschini. Uomo del Nord, pragmatico, coerente, battagliero e il fatto che Torino e il Piemonte siano l'unica parte del Nord dove il centrodestra non è riuscito a sfondare: queste probabilmente le motivazioni che hanno convinto la platea di Torino a designare Chiamparino come portatore del "nuovo".
Oggi però, a seguito di lunghe riflessioni, è arrivata la sua rinuncia.
I nomi quindi sono ancora due. Ed uno di questi, Bersani, ha già messo in campo la sua squadra: l'eurodeputato Gianni Pittella, come responsabile dell'organizzazione; Margherita Miotto, per i rapporti con le Associazioni; Walter Tocci, responsabile dell'elaborazione programmatica, e Stefano Di Traglia della comunicazione. Una squadra "trasversale", visto che diversi nomi proposti dall'ex-ministro DS sono vicini a Enrico Letta e Rosy Bindi.
Per quanto riguarda il programma, per ora si sa solo che Bersani vorrebbe un "PD da combattimento su battaglie vicine ai cittadini".
In attesa della prossima mossa di Franceschini, noi comunque contiamo su qualche altro contendente che si faccia avanti, e che si cominci a parlare di programmi prima e non dopo il congresso.
Intanto registriamo che anche Gad Lerner, come noi, si augura una candidatura al femminile.
Per quanto riguarda il congresso, invece, rimaniamo perplessi sul fatto che il 20% dei tesserati PD è rappresentato da iscritti della regione Campania: oltre 65.000 tessere su circa 350.000 nazionali sono registrate nella città di Napoli.
Ciò metterebbe Antonio Bassolino in una posizione di vero ago della bilancia del congresso, che sarà chiamato a designare i 3 candidati che poi correranno alle primarie. Non vogliamo mettere in dubbio la buona fede del governatore della Campania né creare polemiche sul fatto che la classe dirigente di Napoli non ha certo dato prova di grandi capacità nella gestione della cosa pubblica (rifiuti in particolare), però questa è effettivamente una situazione che andrebbe chiarita e meglio regolamentata...