"Mi ricandido se me lo chiede il Partito" afferma D'Alema, che secondo lo Statuto PD non è più candidabile, avendo raggiunto e superato il termine dei 3 mandati e dei 15 anni di legislatura. E insieme a lui ci sono altri nomi eccellenti: Rosy Bindi, Franco Marini, Anna Finocchiaro, Enrico Morando, tanto per fare qualche nome. Altri, come Livia Turco, Pierluigi Castagnetti, Tiziano Treu, Giovanna Melandri, hanno già seguito l'esempio di Veltroni, che con la sua mossa ha spiazzato tutti, in primis proprio il suo eterno rivale Massimo D'Alema.
Nessuno vuole togliere meriti, né essere irriconoscenti verso chi ha contribuito alla nascita e vita del Partito (ma anche alle sue sconfitte), e non è nemmeno una questione di "rottamazione: però bisogna considerare, come è giusto che sia ed accade (o comunque dovrebbe accadere) in ogni campo, che un ricambio è d'obbligo, perché nuova linfa garantisce il perpetrare della specie, con nuove idee e strategie più al passo dei tempi. E oltretutto, c'è anche il rispetto delle regole: bypassarle con delle deroghe ci riporta a quei meccanismi di vecchia politica che non farebbero certo bene al Partito, e nemmeno a quei candidati che se ne avvarrebbero. E come ha detto Veltroni, si può rimanere al servizio della politica e lavorare per il Partito anche restando fuori dal Parlamento.