Annunciata da Formigoni (dopo averla twittata) la nuova giunta di Regione Lombardia. Ora si attende l'annuncio dello scioglimento del Consiglio e la data delle elezioni: Formigoni le vuole subito, entro Natale, la Lega invece ad aprile.
Dopo averci fatto "buttare nel cesso" più di 300 milioni quando era ministro dell'Interno del fallito governo Berlusconi-Lega rifiutandosi di accorpare amministrative e referendum (che cadevano a distanza di 2 SETTIMANE), Maroni infatti oggi si scopre invece fan dell'election-day e vuole il voto in concomitanza con le politiche del 2013, anche se questo vuol dire condannare la Lombardia a 6 mesi di immobilità: perché parliamo di 6 mesi e non di 2 settimane!
Maroni e la Lega non sono diventati d'un tratto sensibili agli sprechi, semmai, oltre all'attaccamento alla cadrega, contano di guadagnare tempo per capire gli umori dell'elettorato e come muoversi di conseguenza: correre da soli o alleati al Pdl. E questa decisione potrà essere determinata anche dalla scelta del candidato presidente: Maroni (il nome emerso dalle primarie della Lega) oppure Albertini (o un'altra figura in area Pdl). La base della Lega comunque sembra avere già scelto.
Altro nodo cruciale prima del voto sarà l'approvazione della nuova legge elettorale, che vedrebbe l'abolizione del listino bloccato del presidente (quello che ha portato Nicole Minetti in Consiglio, per intenderci). Ma anche su questo, la Lega fa ostruzione, per tentare di evitare lo scioglimento del Consiglio il 25 ottobre, allungando i tempi della legislatura e spostare così la data delle elezioni il più in là possibile. Quindi, non solo rischiamo una lunga agonia per la Lombardia, ma anche di tenerci il listino bloccato.
Il PD in questa incresciosa quanto confusa situazione si muove tenendo salda la propria rotta: portare a termine al più presto questa scellerata legislatura, come è giusto che sia, e trovare un candidato forte e credibile, capace di rinsaldare tutto il centrosinistra e sostenere la proposta del PD, basata su un progetto aperto a soggetti politici, civici e sociali, per accogliere e valorizzare le tante energie e disponibilità presenti nei nostri territori. Umberto Ambrosoli era senz'altro la figura ideale per questo progetto, ma altri possibili candidati sono pronti a garantire le stesse competenze e statura morale. E saranno le primarie a selezionare il miglior candidato possibile. Come nella migliore tradizione democratica. E questa volta, il PD non partirà battuto, e giocherà per vincere: perché in Lombardia è giunta l'ora del cambiamento e del rinnovamento.