sabato 18 giugno 2011

Tremonti, le tre aliquote e i tre sindacati

L'attenzione pare ora sia tutta incentrata sulla riforma fiscale. E' la nuova parola magica a cui la maggioranza pare voglia fare ricorso per incantare ancora gli italiani.
Certo, a sentire le premesse da Tremonti, lo scetticismo è più che legittimo. Soprattutto sconcerta l'idea di portare a 3 le aliquote Irpef (riducendole) e alzando invece di 1 punto l'Iva: una strategia che, se attuata, agevolerebbe solo le classi agiate e rischierebbe invece di colpire ulteriormente i redditi medio-bassi e fare decollare l'inflazione. E davvero c'è da chiedersi se il "mago Giulio" lo faccia apposta o invece non ha proprio idea di come agisce. Il problema è che Tremonti non è un economista, ma un consulente fiscale (fondatore di uno studio tributario di alto livello), ed il suo mestiere è stato sempre quello di offrire servizi e trovare soluzioni relative a pratiche e contenziosi fiscali di facoltosi clienti: come ministro dell'economia quindi è assolutamente fuori ruolo. Invece occorre una personalità capace e illuminata, che sia in grado di ideare e applicare riforme che portino veramente sviluppo al nostro Paese nell'immediato e in chiave futura.
In ogni caso, oggi sentiamo parlare di: tassare le rendite, tagliare privilegi e sprechi della politica e dei ministeri, alleggerire il fisco. Lo sentiamo da Tremonti, dai suoi colleghi del governo, da Bonanni e Angeletti, rispettivamente segretari dei sindacati Cisl e Uil. Gli stessi sindacati che adesso minacciano uno sciopero generale, ma che oltre un mese fa avevano criticato Susanna Camusso e la Cgil per lo sciopero generale indetto per chiedere al governo una riforma fiscale, basata (guarda un po') su tassazione delle rendite, tagli agli sprechi e alleggerimento del fisco.
Un passo indietro di Cisl e Uil? Oppure è stata la Cgil ad essere un passo avanti? Noi ci permettiamo di dire che ciò che conta è che le 3 sigle facciano un passo l'uno verso l'altro, che tornino ad essere uniti, perché occorre la coesione di tutte le parti sociali, soprattutto in questo momento e in vista dei cambiamenti e delle riforme di cui l'Italia ha necessità.