Un imponente schieramento di duemila agenti, elicotteri e mezzi blindati ha dato l'assalto al presidio dei No Tav nell’area della Maddalena, nei pressi del comune di Chiomonte, in Val di Susa. Negli scontri susseguenti, secondo la Questura di Torino, tra gli agenti ci sarebbero almeno 25 feriti e quattro invece tra i manifestanti.
Era davvero l'unico modo per risolvere la questione? E' davvero necessaria questa linea ferroviaria di alta velocità? Porterà benefici economici come sostengono il governo e l'Unione Europea, o come dicono i contestatori è invece inutile e arrecherà addirittura gravi danni ambientali alla Valle? Negli anni scorsi alcuni passi incontro alla gente della Valle erano stati fatti: addirittura nel 2006 fu istituito un Osservatorio Tecnico, che ha da poco prodotto un nuovo progetto che prevede l’utilizzo di meno cantieri e la creazione di una linea mista, dove le nuove tratte conviveranno con quelle vecchie. Non è però bastato a convincere i più refrattari all'idea. E se fosse anche vero che buona parte delle persone nel presidio erano dei centri sociali del Nord (per lo più violenti, come poi dimostrato), mentre pochi erano i valligiani, ciò non significa che si debba alimentare tensioni con dichiarazioni piuttosto aspre e chiusure. Non si possono imporre sviluppo e progresso con la forza, a casa di altri oltretutto, prendendo decisioni sulla testa della gente. La politica è ben altro, è esporre le proprie ragioni e comprendere le altrui, è parlare ma anche saper ascoltare, conciliare ed evitare in ogni modo lo scontro: lo ricordiamo in particolare a Maroni, Castelli, Chiamparino e Fassino. Ci auguriamo perciò per il futuro maggiore comprensione, da ambedue le parti.