Ad Arcore la Lega è andata a riscuotere il pegno del successo elettorale. Ha ottenuto così la "cabina di regia" per avviare le riforme. Brividi: sarà che ci appare più che naturale nutrire scetticismo per chi in passato ha celebrato 3 feste di laurea (senza averla poi conseguita) e preso in giro moglie e madre; o forse perché saranno almeno 10 anni che sentiamo promesse di magiche riforme in grado di cambiare il volto dell'Italia; o perché abbiamo, purtroppo, già visto all'opera l'efficienza padana (banca CrediEuroNord, Malpensa, mondiali di ciclismo di Varese, le ordinanze pazze a base di ronde e assurdi divieti); o magari, più semplicemente, perché nelle riforme annunciate si parla di giustizia, intercettazioni, presidenzialismo, Costituzione anziché di lavoro, occupazione, aiuti alle famiglie, sostegni alle imprese. Ecco, è per tutto questo che esprimiamo seri dubbi e motivata preoccupazione per l'avvenire del Paese, perché, come ha affermato Bersani, rischiamo davvero di perdere altri 3 anni in chiacchiere. Speriamo davvero di sbagliarci: saremo i primi ad esserne contenti. Intanto, però, la cosa certa da registrare è l'incarico al nuovo ministro dell'Agricoltura: tutto all'insegna del più puro spirito di casta e partitocrazia, non certo per meriti riconosciuti o nell'interesse del Paese.