Per come stanno andando le cose, il pericolo per la nostra scuola è una vera e propria regressione: si tagliano materie come l'inglese, la geografia, la storia dell'arte, i laboratori di informatica, e poi si organizzano ore di dialetto. Valorizzare il patrimonio delle nostre tradizioni non significa farlo a scapito di materie di fondamentale se non vitale importanza. Se no il rischio è che ai nostri bambini dovremo insegnare l'inglese a casa, mentre a scuola impareranno il dialetto.
E come non bastasse, ecco arrivare la bella pensata del governatore Formigoni di "modello federale di scuola", con l'introduzione delle graduatorie regionali. Una propaganda che ha il solo scopo di ingraziarsi la sponda leghista, parlando alla pancia della gente e non basandosi su quella che è invece la realtà della mobilità dei docenti nel Nord: su 120 mila domande di trasferimento l'anno sono 692, lo 0,5%, quelle che riguardano prof che dal Nord vanno al Sud. E al nord fra gli insegnanti di ruolo 2 su 10 sono originari del sud.
E sentire poi che queste idee balzane di riforme vengano fatte in nome del merito e della correttezza proprio da chi ha millantato titoli, è stato condannato per tangenti, pratica il nepotismo più sfrenato, utilizza le scorciatoie per raggiungere i propri obiettivi, è forte con i deboli e debole con i forti... Beh, fa davvero sorridere: ma è un sorriso amaro.