Al "workshop Ambrosetti" di Cernobbio, Giulio Tremonti è stato di nuovo esilarante, più ancora delle parodie che fa Corrado Guzzanti su di lui (vedi video).
Prima se l'è presa con le banche, colpevoli, a suo dire, di non fare gli interessi della comunità e delle piccole imprese. La verità è che al nostro ministro dell'Economia creativa non è andata giù che le banche abbiano boicottato la sua idea dei "Tremonti-bond", rivelatasi alla fine quello che era apparsa fin dall'inizio: BISLACCA.
Ad oggi infatti i bond governativi sono stati presi solo dal Banco Popolare. Tergiversano invece le banche più grandi, Unicredit e Intesa Sanpaolo, che venerdì scorso ha aperto all'ipotesi di non utilizzarli.
D'altra parte questi fondi scontano un meccanismo farraginoso d’accesso e, soprattutto, prospettano un costo alto per le banche, quando invece possono finanziarsi più facilmente e a costi minori sul mercato (sia dalla Bce che attraverso la raccolta).
E ovviamente i banchieri non si sono lasciati convincere dl Ministero del Tesoro, indebitandosi all’1% e prestando il denaro all’8,5%. Altro che operazione per aiutare le imprese: i "Tremonti-bond" servivano al governo per racimolare denaro!
E infatti Tremonti aveva previsto (già: lui prevede sempre TUTTO!) di mettere i proventi di quella raccolta a copertura di altri interventi.
E invece quei soldi non sono arrivati...
E nonostante questo, lui che ci dice? "Non c’è nessuna preoccupazione per il periodo che abbiamo davanti, se ci sarà bisogno di soldi ci sono oltre quello che potete pensare" ("inimmaginabili" a suo dire).
Non osiamo davvero pensare cosa ci aspetta davvero...
Ci limitiamo a dire che:
- il controllo del credito alle imprese da parte delle banche non doveva essere effettuato dai prefetti a cui il Ministro aveva affidato questo compito? L'idea era apparsa folle fin da subito, e tale alla fine si sta rivelando;
- il buon Giulietto critica le banche che non concedono crediti alle imprese... Ma che dire, ad esempio, del fatto che è stato rinviato (a data da destinarsi) il rimborso Irap del 14 settembre proprio a favore di piccole e medie imprese? Motivo: nelle casse del Tesoro è stato preventivato 1 miliardo di euro per il triennio 2009-2011, quando si calcola che il rimborso dell’Irap, deciso dal governo dopo la sentenza della Corte di Cassazione, abbia un costo compreso tra i 4 e i 5 miliardi di euro.
E non parliamo poi dei ritardi nei pagamenti delle PA sempre verso le imprese: un problema che non è stato certamente risolto con gli ultimi insufficienti provvedimenti della manovra d'estate.
Insomma, da che pulpito viene la predica! E cosa ancor più grave, è che ciò dimostra che di "inimmaginabile" c'è solo il disastro a cui stiamo andando incontro.