"Perché non abbiamo arrestato il cambiamento climatico quando ne avevamo la possibilità?" si chiede l'anziano protagonista del film "The age of stupid" (vedi trailer sopra). Lui vive nel mondo devastato del 2055 e si pone questa domanda guardando un archivio fotografico del 2008, quando gli uomini ancora erano in tempo per salvare il Pianeta.
Il film, frutto dell'impegno di produttori indipendenti inglesi, è uscito in prima mondiale martedì 22 settembre, in concomitanza con il summit ONU per il clima che si è tenuto a New York. I cui partecipanti il film sembra proprio che non l'abbiano visto, tenuto conto dei risultati.
Infatti, nonostante i rimproveri di Ban Ki-Moon, si è mosso poco, a parte l'impegno di Giappone e Cina a ridurre le emissioni di Co2.
Va comunque considerato un piccolo successo il fatto che la Cina abbia promesso enormi sforzi per ridurre le emissioni di anidride carbonica: il gigante asiatico è infatti, con gli USA, responsabile del 40% del totale delle emissioni di gas che provocano il surriscaldamento del pianeta.
Per questo motivo il governo di Pechino sta portando avanti nuovi piani per l'estensione di programmi di risparmio energetico e di potenziamento per le energie rinnovabili (eolico e solare), settore in cui ormai è già leader mondiale.
Un mercato che potremmo sfruttare anche in Italia, visto che non porterebbe solo risultati dal punto di vista energetico ma anche da quello dello sviluppo industriale e dell'occupazione. Ma che volete: noi abbiamo "the government of stupid"...