Davvero singolare la memoria difensiva depositata dall'Avvocatura di Stato che, per conto della Presidenza del Consiglio, difende la "ratio" del "Lodo Alfano".
In pratica il messaggio che ne esce è che, se il "Lodo Alfano" venisse bocciato il 6 ottobre dalla Corte Costituzionale, potrebbe esserci il rischio delle dimissioni del premier.
Ci sembra una tesi proprio scontata, visto che lo si sapeva fin da quando era stata annunciata questa famigerata legge.
Ma il succo del discorso è che il pericolo di dimissioni non dipende dalla decisione della Consulta, ma semmai dalle azioni compiute da chi adesso vuole beneficiare di una legge assolutamente anticostituzionale (tanto è vero che fu bocciata già una simile nel 2004).
L'impressione è che sia quasi un tentantivo di "imboccare" e condizionare i giudici che dovranno prendere una decisione, che deve essere motivata solo dal punto di vista giuridico e sfuggire, di conseguenza, ad ogni tipo di considerazione politica.