Questo articolo del "Corriere", che riprende una inchiesta della rivista "Io, Donna", dimostra come istituire il dialetto nelle scuole e negli uffici pubblici, non solo sia superfluo ed inutile, ma comporta anche grossi sprechi a suon di finanziamenti: in Friuli, dove è stata condotta l'inchiesta e dove da dieci anni la parlata locale è riconosciuta dalla legge 482, milioni di euro spesi per divulgare il dialetto con scarsi risultati (secondo la provincia di Udine, «le ultime statistiche denunciano un calo preoccupante di locutori, soprattutto tra i giovani»).
Il dialetto è sicuramente un importante patrimonio della cultura locale, di cui ognuno ha tutti i diritti di andare fiero (e se si vuole, la si può chiamare anche lingua). E' giusto preservarlo, ma va bene come parlata per la famiglia e gli amici: per lavorare e affrontare il mondo occorre ben altro. Imporlo, quindi, sembra davvero eccessivo. E se poi qualcuno preferisce rinchiudersi nel cantuccio di casa, faccia pure, ma lasci liberi gli altri di vivere ed evolversi.