Sulla triste e penosa tragedia di Eluana io credo proprio di non aver certezze.
Io ritengo che la vita sia sacra, e quindi, chissà, forse al posto di suo padre Beppino mi comporterei diversamente: se avessi anch'io una figlia in quelle condizioni, sono tentato di pensare che nutrirei fino all'ultimo la speranza di un suo risveglio dal coma vegetativo che la imprigiona da anni, come nel caso di Eluana.
Ma io non mi trovo in questa situazione. E forse per questo mi è anche facile fare queste considerazioni.
Non so poi se sia vero o no che la volontà di Eluana fosse quella dichiarata da suo padre, e cioè di preferire la morte a questa vita vegetativa. Per questo c'è stato tutto un iter giudiziario, con tribunali e testimoni che hanno portato, attraverso 3 gradi di giudizio, alla sentenza definitiva: Eluana ha il diritto di morire, o se preferite, di non vivere.
E che lo si voglia o no, il potere giudiziario ha quindi colmato una lacuna causata ancora una volta dalla inefficienza della politica, che in tutti questi anni non è riuscita a promulgare una legge sul testamento biologico.
E la politica, invece di trarre una lezione e rispettare col silenzio, che fa? Trasforma il corpo di Eluana in un campo di battaglia. Un'ulteriore violenza alla sofferenza patita da questa ragazza e la sua famiglia.
Perché l'atto di Berlusconi non è a difesa della vita di Eluana, ma è solo opportunismo e voglia di scontro.
Forse è esagerato chiamarlo tentativo di "colpo di Stato", ma ci troviamo comunque di fronte ad un vero e proprio attacco alla Costituzione ed al Quirinale, un braccio di ferro istituzionale che non si era mai visto.
E bisogna tenere a mente che è la separazione dei poteri la Regola che ci garantisce dalla dittatura.
Meglio sarebbe stato da parte di tutti lasciare fare a questa vicenda il suo corso (d'accordo o no) e rimediare IN PARLAMENTO, evitando così che in futuro ci si trovi a fare i conti con altri casi Englaro.
E ora speriamo che questa brutta piega non faccia di un obbrobrio la legge sul testamento biologico che si andrà a discutere in Parlamento.
Da questa allucinante (e pericolosa) situazione si può infine trarre un'analisi del comportamento tenuto dalle prime 4 cariche dello Stato: la schiena dritta del Presidente Napolitano, che non si piega ai diktat nel pieno rispetto dei principi della Costituzione; la protervia di Berlusconi, che calpesta le regole dello Stato di Diritto; la criticità acuta di Fini, che mettendosi al fianco del Quirinale onora ancora il suo ruolo di Presidente della Camera; e infine, spiace dirlo, la subalternità verso il premier da parte del Presidente del Senato Schifani.