Vi ricordate la tanto declamata scuola delle 3 "i" (Inglese, Impresa, Informatica)?
Ebbene, da oggi grazie ai tagli del governo sulla scuola, sparisce la "i" di Informatica.
La conferma a questa notizia si trova sul sito del ministero dell'Istruzione, che in questi giorni ha aperto una finestra di dialogo sulla riforma con genitori e insegnanti.
Tra le diverse FAQ (frequently asked questions, le domande poste frequentemente), è da leggere la numero 23, dove un genitore chiede:
"Con il taglio delle compresenze, mio figlio potrà continuare a fare il laboratorio di Informatica?"
Risposta del Ministero: "Le classi successive alla prima nel prossimo anno scolastico avranno confermato l’orario di funzionamento di quest’anno (27 o 30 ore settimanali più eventualmente la mensa).
La riduzione delle ore di compresenza comporterà qualche riassetto organizzativo, ma in linea di massima le insegnanti della classe potranno essere confermate.
La scuola, nella sua autonomia didattica e organizzativa, potrà organizzare le attività e gli insegnamenti facendo in modo di assicurare la massima funzionalità dei servizi. Ci auguriamo che anche il laboratorio di informatica possa trovare spazio tra le attività, anche se vorrà convenire che esso non costituisce, soprattutto nella scuola primaria, un insegnamento prioritario.".
In pratica, dall'anno prossimo niente più Informatica nelle scuole primarie e secondarie. Tanto poi non è prioritaria: eh già!
Infatti nel 2000 il Consiglio europeo di Lisbona fissò l'ambizioso obiettivo di trasformare quella del Vecchio continente "nell'economia più dinamica e competitiva del mondo". E per fare questo occorreva che "ciascun cittadino sia in possesso delle competenze necessarie per vivere e lavorare nella nuova società dell'informazione" e che "tutti i docenti entro la fine del 2002 possiedano le competenze necessarie per l'utilizzo di internet e delle risorse multimediali" ("Una società dell'informazione per tutti", documento adottato dalla commissione Ue il 25 maggio 2000).
Insomma, una scuola fuori dall'Europa: ecco dove ci sta portando la riforma Gelmini.
Eppure ci era stato detto che il tempo pieno non sarebbe stato toccato.
Però chissà come mai a Roma, decine di genitori sono costretti a passare la nottata all’addiaccio per assicurare ai propri figli un posto nell’unica classe a tempo pieno della scuola: come si può vedere in questo video.