Il presidente di Bankitalia, Ignazio Visco, afferma giustamente che l'Italia è un Paese che non cresce. Non solo a livello economico e industriale, ma anche dal punto di vista demografico. E la causa principale di questo è un'insufficienza nei servizi di welfare a favore delle mamme che lavorano.
I dati di Confartigianato a riguardo sono impietosi: la spesa pubblica per aiutare le donne a far nascere e crescere i figli è pari a 20,3 miliardi, equivalente all’1,3% del Pil e inferiore del 39,3% rispetto alla media dei 27 Paesi Ue; quella per le prestazioni a favore delle nascite invece è pari a 3,1 miliardi, inferiore del 26,6% rispetto alla media europea; a sostegno della crescita dei bambini invece sono investiti 2,8 miliardi, il 51,2% in meno rispetto alla media Ue; mentre a favore dei giovani under 18 è stata stanziata una spesa di 6,6 miliardi, inferiore del 51,5% rispetto all’Ue. Oltre a questo, anche a causa della crisi, c'è una continua diminuzione di servizi (come asili e nidi) o della disponibilità di alcuni strumenti di welfare a sostegno della maternità e della conciliazione lavoro-famiglia (congedo obbligatorio retribuito di maternità, congedo parentale, assegno di maternità dello Stato e dei Comuni, assegno al nucleo familiare). Tutto ciò ha comportato un costante calo delle nascite, diminuite tra il 2008 e il 2001 del 7,3%.