La legge di stabilità del governo, l'ultima finanziaria per intenderci, non bastona ma nemmeno ci rilancia. Niente temuti tagli alla sanità (per fortuna) ma nuova tassa sulla casa: Trise, il tributo che sostituirà la Service Tax e si articolerà in due componenti: la TARI, a copertura dei costi per la gestione dei rifiuti urbani (TARI); la TASI, a fronte della copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni. E quest'ultima graverà non solo sui proprietari, ma anche sugli inquilini. Per quanto riguarda invece il taglio al cuneo fiscale, un contentino che di certo non avvierà la ripresa tanto annunciata. E lo stesso vale per l'allentamento sul patto locale dei comuni (solo 1 miliardo e solo per i comuni virtuosi), a cui fa fronte però il taglio di 1 milardo alle Regioni. Insomma, più che ad una cura ricostituente, come affermato dal vice-vice Alfano, ci troviamo di fronte ad un'altra equazione delle larghe intese, con i classici colpi al cerchio e alla botte, con effetti minimi che oltretutto si annullano tra loro. L'unica cosa certa è il rispetto dei limiti imposti dal rigore della UE: ma questo certo non ci farà uscire dalla recessione.