Più che il governo delle larghe intese pare quello del tirare per le lunghe. Riforme istituzionali? Beh, ci vogliono 18 mesi (almeno. E intanto non siamo ancora partiti). E l'Imu? Rinviata a settembre. Così come l'aumento al 22% dell'Iva, che forse slitta a dicembre. E lo stesso probabilmente per Tares, cuneo fiscale... Poi si vedrà. Forse: perché mancano le risorse per coprire tutte le promesse annunciate del libro dei sogni (e vedrete che alla fine si pesterà sempre sui soliti).
Intanto si spera che accada qualcosa: che la crisi passi da sola, che la UE ci regali decine di miliardi di euro... Il problema però è che non mancano solo i soldi: non si intravvedono nemmeno competenze e capacità in questo governo. E soprattutto la volontà di cambiare, di fare il bene del Paese e non gli interessi personali di pochi (UNO in particolare: quello che detta l'agenda da quasi 20 anni e lo fa tuttora).
Così si temporeggia, chiusi nell'illusione che tutto sta andando e andrà bene e con l'obiettivo di guadagnare tempo per conservare le proprie posizioni (e poltrone): ma non ce n'è più di tempo, l'Italia non può più aspettare oltre.