Sono nati lo stesso giorno, ma non hanno proprio nulla in comune. Uno, Pier Luigi Bersani, sta dimostrando, negli ultimi giorni e in queste ore, serietà e coerenza, dicendosi disponibile anche a farsi da parte per il bene del Partito e del Paese; l'altro, lo sbruffone che evita i processi facendosi ricoverare per un occhio arrossato, invece pretende, pur non avendone né il diritto né la legittimazione, addirittura di occupare la poltrona del Quirinale (Dio ce ne scampi!).
Quando usciranno dai riflettori della scena politica, uno, Pier Luigi lo farà con dignità, mettendo gli interessi dei cittadini davanti alla sua persona, e sarà ricordato per il bene che ha voluto all'Italia; l'altro, quello che credeva che Ruby fosse la nipote di Mubarack, invece farà di tutto per impedire che questo accada e non esiterà a gettare l'Italia nel baratro pur di salvaguardare i propri interessi.
E a questo punto ci si chiede come non essere d'accordo sulla linea del nostro Segretario, anziché cercare "larghe intese" con Berlusconi e i suoi "camerieri". E come possa esserci anche chi dica che tutti e due sono la stessa cosa.