Siamo senza governo (o comunque ce n'è uno a termine che si occuperà degli affari correnti), ma c'è un Parlamento che può lavorare. Allora è giusto che partano le commissioni per proporre e votare leggi e provvedimenti. Tra le obiezioni poste per non istituirle, una è quella della mancanza di maggioranza e minoranza (non essendoci un esecutivo, non si sa chi è al governo e chi all'opposizione): però maggioranza e minoranza si possono determinare nelle 2 Camere; l'altra è che mancherebbe un potere esecutivo con tutti i poteri necessari per metterle in pratica o per proporne di nuove. Ma, vista l'emergenza, il governo attuale potrebbe operare. E comunque in questo modo si guadagnerebbe tempo in attesa del nuovo governo. Tenendo conto che nel contempo i gruppi dei "saggi" nominati da Napolitano stanno lavorando e avanzando proposte, mentre il Parlamento deve stare fermo: il che è paradossale.
Certo, per spingere il via delle commissioni, appaiono effettivamente fuori luogo iniziative estreme come occupare il Parlamento, fatta dal M5S (gridando al golpe, oltretutto, il che è un vero controsenso), ma è essenziale che i parlamentari si impegnino per procedere al più presto alla formazione delle commissioni. Da questo punto di vista la posizione del PD è controversa (e ti pareva), viste le dichiarazioni del capogruppo al Senato Zanda opposte alle richieste fatte invece da un nutrito gruppo di parlamentari democratici. Tuttavia oggi pomeriggio il gruppo alla Camera si riunirà per decidere i nomi dei commissari da presentare per le commissioni. E potrebbe essere un inizio. Speriamo bene.
Update: come non detto, purtroppo nulla di fatto. Il PD ha deciso di non costituire le commissioni. Un grosso errore e un passo indietro per il tanto agognato "cambiamento".