Bombe alla Maratona di Boston, la gara podistica più antica al mondo dopo quella di Atene: 3 morti (tra cui un bambino) e centinaia di feriti gravi. Di sicuro è terrorismo, la matrice ancora ignota. Ma vecchi spettri tornano ad agitarsi. «I boati, poi il fumo e il fuoco. Sembrava di rivivere l'11 settembre», ha commentato un volontario che lavorava in quel momento a pochi passi dalla linea d'arrivo, dove è avvenuta una delle esplosioni.
Comunque sia, i colpevoli di questo atto scellerato devono pagare, come ha detto Obama, ma se dovesse trattarsi di terrorismo islamico, l'azione di dialogo impostata in questi anni dal presidente americano deve continuare: è l'unica vera arma per sconfiggere queste deviazioni.
Rende poi tutto più amaro e tragico il fatto che l'ultimo miglio della maratona fosse dedicato ai sopravvissuti della strage nella scuola di Newtown, in cui erano morti diversi bambini uccisi da un killer psicopatico. Come questi che hanno piazzato le bombe.