giovedì 11 aprile 2013

Riconoscere gli errori, non scindere le questioni

Dario Franceschini si dice preoccupato "che ci sia un riconoscimento di provenienza e che, se sbagliamo, ci possa essere una scissione". Certo, se poi ci si mettono anche i dirigenti che in Direzione votano la linea di Bersani, salvo poi dubitarne ed obiettarla (come appunto fa Franceschini), ci credo che il Partito possa andare in crisi. Il problema comunque sta nel fatto che si ha l'impressione che ai vertici del Partito pochi si siano resi conto degli errori commessi prima e durante la campagna elettorale (in primis il segnale non colto di cambiamento chiesto dalla gente) e continuino a non capirlo, e che più che divisioni tra correnti e correntine sia da temere principalmente l'allontanamento dal Partito degli elettori, la cui maggioranza non comprenderebbe né approverebbe una soluzione di larghe intese, che non è certo cambiamento.
Per cui le due questioni (governo di cambiamento e futuro del PD -e del Paese-) non devono affatto essere scisse. Anche perché siamo gli unici che possono cambiare l'Italia.