Quante volte abbiamo sentito Grillo appellarsi alla "democrazia della Rete"? Tanto da fare di questo concetto uno dei punti fermi del "non statuto" del suo movimento. E allora non si capisce come mai le decisioni riguardanti le linee politiche del partito le prenda direttamente ed esclusivamente lui, anziché, come gli suggerisce perfino Don Gallo (che non risparmia una severa stoccata alla neo-capogruppo alla Camera per l'infelice uscita sul fascismo) attraverso un referendum online aperto ai suoi sostenitori. Altrimenti gli italiani finiranno per pensare che Grillo e il suo partito non sono diversi da realtà purtroppo già presenti sulla scena italiana: il leader padrone unico e imbonitore che incanta con promesse che poi non mantiene e i suoi fedeli accoliti che obbediscono silenti.