"Basta insulti!" A dirlo è Beppe Grillo, quello che: «Psiconano»; «Gargamella»; «Zombie»; «Forminchioni»; «politici mafiosi»; «facce da culo»; «Vecchia putt...» (rivolto a Rita Levi Montalcini); «Rigor Montis»; «Morfeo Napolitano»; «Pisapippa»; «Ebetino di Firenze» (Matteo Renzi); «Alzheimer» (Romano Prodi); «Topo Gigio» (Veltroni); «Buco senza ciambella» (Nichi Vendola); «Cancronesi» (Umberto Veronesi). E altro ancora (se non peggio). Però, guai se qualcuno dà dei "giudizi pesanti" a lui e al suo Movimento, come ha fatto oggi Riccardo Pacifici, direttore della comunità ebraica di Roma, affermando di essere preoccupato per il M5S: "il partito di Grillo è più pericoloso dei fascisti perché non ha un’impronta chiara e quindi non conosciamo i loro limiti". Certo, l'accusa è forte (e secondo noi immotivata), ma d'altra parte Grillo con la sua "dialettica" violenta e la chiusura ad ogni tipo dialogo (sua e del suo Movimento), qualche dubbio lo può fare sorgere (e aggiungiamoci poi il giudizio sul fascismo della capogruppo alla Camera, citata guarda caso da Pacifici). Insomma: chi la fa l'aspetti. E il comico genovese non si dovrebbe poi sorprendere se all'invito al confronto fatto a Pacifici si vedrà magari ricevere un bel "vaffa".