Comuni e Regioni si ribellano allo Stato centrale. Gli enti locali sono infatti in agitazione: Luca Zaia, governatore del Veneto (Lega Nord) ha presentato un ricorso per non trasferire le risorse della Regione alla tesoreria unica nazionale, in base al decreto liberalizzazioni. Sulla stessa linea si sono mossi anche i Sindaci, con Orsoni, sindaco di Venezia (area centrosinistra) e responsabile per l'Anci delle città metropolitane, pronto anche lui al ricorso in tribunale contro questo provvedimento. Addirittura l'Anci, per bocca del suo presidente Graziano Delrio (sindaco PD di Reggio Emilia) sta valutando di fare ricorso alla Corte Costituzionale. Non solo: sempre Delrio ha invitato i Comuni a "uscire dal Patto di stabilità per utilizzare i fondi delle casse comunali per edilizia scolastica, sicurezza del territorio e delle persone, pagamento alle imprese in difficoltà".
Insomma: una protesta trasversale a livello di ogni colore politico per non cedere il proprio tesoretto allo Stato. Più che legittima, visto che quelle risorse sono state accumulate in maniera virtuosa risparmiando sui servizi locali del proprio territorio, e sarebbe una beffa vedersele portare via.
C'è da dire però che non sempre gli enti locali sfruttano a dovere le proprie risorse: consulenze d'oro spesso inutili, sprechi e corruzione, fondi stanziati per iniziative strampalate e clientelismi, concorrono infatti a dilapidare a livello locale denaro pubblico che invece potrebbe essere investito appunto per i servizi ai cittadini o per pagare le imprese.