mercoledì 15 febbraio 2012

Cambiare le primarie. O la strategia.

Dopo il risultato delle primarie di Genova, che ha visto battute le candidate del PD, Bersani pensa a delle modifiche, in particolare sul numero dei candidati di Partito, attraverso una preselezione. Questo, per evitare che i voti degli iscritti poi si disperdano.
Il fatto, però, è che alcune sconfitte di un certo peso del PD subite alle primarie (Puglia, Milano, Cagliari e ora Genova) sarebbe sbagliato ricondurle solo ad un fattore matematico.
Occorre invece pensare innanzitutto ad una strategia unica del Partito a livello territoriale, evitando indugi e le solite spaccature fra correnti.
Poi fare sì che i candidati non siano espressione del Partito, dando l'idea di essere imposti dall'alto, ma siano facce nuove e rappresentino il più possibile la società civile.
Ecco, la preselezione dovrebbe puntare più sulle idee che non sui nomi. E le idee devono avere come priorità la gente e i loro problemi. "I candidati del PD hanno sbagliato a non ascoltare i cittadini, gli stessi militanti. Roberta Pinotti ha parlato per metà della campagna del problema delle alleanze successive, con l'Udc, i centristi": così si è espresso Marco Doria, vincitore delle primarie a Genova. Perché l'idea che sta dando il PD è di essere distante dalla gente. Invece dobbiamo dare un'immagine di ciò che veramente siamo. E per farlo, dobbiamo agire e parlare come vorrebbero i nostri elettori.