Il decreto "ad listam" o "ad paninum" (fate voi) è l'ennesima legge che il centrodestra si fa su misura: prima per salvare il loro padrone dai processi, adesso per evitare l'esclusione delle loro liste in Lazio e Lombardia.
E stavolta sono andati oltre ogni fantasia, inventandosi il termine "interpretativo": come dice qualcuno "per tutti le leggi si applicano, per gli amici si interpretano".
Il "film" è subito stato "distribuito", e quindi è già "attivo" in tutte le sale di tribunale, comprese quelle del TAR che devono pronunciarsi in questi giorni (guarda caso) per le vicende di Lazio e Lombardia.
Ma vediamo la scheda.
• Protagonisti e (soprattutto) INTERPRETI:
- Roberto Formigoni: governatore uscente (speriamo per sempre) della Lombardia, che con il consueto tono arrogante che lo ha sempre contraddistinto aveva scommesso che per la sua lista era tutto regolare e che non avrebbe avuto bisogno di nessuno. Sì, come no. Oltretutto, se la sua lista ha dovuto subire "l'eccessiva burocrazia" è sempre a causa sua, visto che la maggioranza del Consiglio Regionale che presiede aveva rifiutato la semplificazione per la presentazione delle liste nella proposta di nuova legge elettorale avanzata dal PD
- Renata Polverini: sindacalista a capo dell'UGL, sindacato fortemente sospettato di avere un tesseramento gonfiato (non preoccuparti Renà, magari ti fanno anche una legge ad tesseram)
- il Pdl, partito di plastica, lontano dai problemi della gente, ma molto vicini a quelli privati, in cui tutto viene deciso dall'alto, senza tenere conto di meriti e competenze. Intanto è grazie a questo partito se la presentazione delle liste è sottoposta a cavilli burocratici, visto che qualche anno fa hanno fatto una legge apposita per bloccare i piccoli partiti (di qui la protesta dei Radicali e di Emma Bonino). Poi, per la compilazione delle liste, hanno litigato tra di loro per imporre i propri protetti e (soprattutto) le "preferite". Risultato: sono arrivati tardi e quindi hanno compromesso la regolare presentazione delle liste, e in più l'Italia viene presa in giro anche all'estero. E dopo aver litigato prima, si sono accapigliati anche dopo, rimpallandosi le colpe uno contro l'altro o addirittura prendendosela con i propri alleati
- Bossi, Maroni e il gruppo dirigente della Lega: che prendevano in giro i loro alleati, dichiaravano che mai si sarebbe fatto un decreto ad hoc, salvo poi smentirsi. Questo perché probabilmente non si erano resi conto che, fuori Formigoni, fuori anche loro. Come risulta da questa registrazione di "Radio Padania", in cui invece i loro elettori si erano invece dimostrati più svegli. Speriamo che lo siano abbastanza da capire chi hanno votato fino ad ora. Magari cominciando proprio da Vedano Olona, dove oggi fanno un gazebo in piazza, e ci chiediamo con quale spirito
- Silvio Berlusconi, il vero regista di tutta la faccenda: se il suo partito è in queste condizioni è solo colpa sua, che si circonda di una corte di sudditi, oltretutto incapaci. Ovvio che poi perfino Gianfranco Fini abbia riserve. E, soprattutto, è responsabilità sua anche le condizioni in cui versa l'Italia, crisi compresa. Perché in questi 2 anni il governo per la disoccupazione, le famiglie, le imprese, non ha fatto NULLA, continuando a rimandare. Ma per le leggi che interessano a loro personalmente invece assistiamo a decreti varati ed approvati nel giro di qualche ora. E anche il tanto sbandierato federalismo della Lega, dov'è? Perché non si accelera per le leggi che possono davvero portare benefici al nostro Paese?
Concludendo: auspicavamo l'ammissione delle liste del Pdl (soprattutto qui in Lombardia), perché sarebbe stata effettivamente un'anomalia la lora esclusione. Però avremmo preferito che a sancirla fosse stata una sentenza del TAR o una soluzione politica con il consenso di tutti i partiti. Ma ci sarebbero volute serietà ed umiltà, e non incapacità ed arroganza. Così, invece di agire in DEMOCRAZIA, siamo passati dalla vituperata BUROCRAZIA ad un'odiosa BULLOCRAZIA, perché assistiamo ad un vero e proprio abuso, con l'assoluta mancanza di rispetto delle regole. E soprattutto, la politica offre un brutto spettacolo ai cittadini, che se ne allontaneranno ancora di più. Oppure, ci auguriamo, decideranno nelle urne che E' TEMPO DI CAMBIARE!
(ed ovviamente, visto che l'esempio viene dall'alto, non poteva mancare il "Generatore automatico di decreti legge interpretativi")
P.S. - piccola domanda a Giorgio Napolitano: con tutto il rispetto e senza voler tirarle la giacca, ma caro Presidente, ritiene che fosse giusto firmare questa ennesima porcata? C'è chi già parla di incostituzionalità... («la legge 400 del 23 agosto 1988 dice, all'articolo 15, che "il governo non può, mediante decreto legge, [...] provvedere nelle materie indicate nell’articolo 72, quarto comma, della Costituzione"». E tra le materie indicate, c'è (ovviamente) la materia elettorale. - via Civati)
Update: il Presidente risponde sul sito del Quirinale a 2 cittadini che avevano posto la stessa questione (seppur con posizioni contrapposte una all'altra): decreto inevitabile perché i tempi erano strettissimi e non si potevano estromettere le liste del centrodestra in 2 grandi regioni come Lazio e Lombardia.
Condividiamo: speriamo però di non trovarci tra un anno a votare di nuovo perché nel frattempo è stata accertata l'incostituzionalità del decreto.