martedì 30 marzo 2010

Orroregionali 2010

Inutile e stupido rifiutare l'idea: è stata una bella scoppola e basta!
Il PD è riuscito a conservare al Nord solo la Liguria, le regioni del Centro-Italia e al Sud Puglia (grazie a Vendola) e Basilicata. Piemonte e Lazio perse d'un soffio, ma perse (ed erano nostre).
Qui trovate la mappa dei risultati.
In pratica il PD ha perso qualcosa, il PdL tutto sommato ha limitato i danni (tenendo conto di alcune difficoltà avute prime del voto), la Lega ha raddoppiato i suoi voti, la sinistra è scomparsa quasi del tutto al Nord, l'UdC esce ridimensionata e, soprattutto, esplode l'astensionismo. Il Movimento di Grillo ha avuto invece un buon exploit in Piemonte e Emilia-Romagna.
Anche in Lombardia il dato non è affatto esaltante e, di conseguenza, pure in provincia di Varese.
Sentire in TV ieri sera Stefano Fassina giustificare la sconfitta (ma anche no) affermando che "3 mesi sono stati pochi per organizzare le liste e spiegare agli italiani il programma del Partito" fa pensare che allora forse era meglio rinviare il Congresso e concentrasi su queste elezioni, visto che adesso abbiamo davanti 3 anni senza competizioni davanti (anche se qualcosa mi dice che nel giro di un paio d'anni potremmo essere di nuovo a votare in Lombardia).
Oltre a questo, la colpa che si può imputare al gruppo dirigente è di non aver risolto in tempi utili e con soluzioni nuove ed ottimali alcune situazioni spinose (Calabria e Campania), di essersi fossilizzati troppo sulle alleanze (con Di Pietro e UdC), dell'immobilità nel Lazio (dove ci siamo accodati alla Bonino dopo che si era già proposta lei), di aver fatto pasticci in Puglia (e per fortuna lì c'è andata bene).
Poi è mancato il coinvolgimento della società civile, intesa anche come "Popolo Viola" o (perché no) il Movimento di Grillo: quanto meno avremmo dovuto provare a dialogare ed ascoltarli, invece che tenere le distanze.
In Lombardia poi non siamo riusciti a trovare un altro candidato, tranne che Penati. Persona degnissima e politico capace, però veniva da una sconfitta (Provinciali di Milano del 2009) e non rappresentava certo una "faccia nuova".
Di sicuro, chi dice che il PD per vincere deve comportarsi da forza di "sinistra" si deve rimangiare tutto, guardando i risultati della sinistra radicale: letteralmente scomparsa. Il fatto è che l'Italia è soprattutto un Paese di centrodestra: se vuoi vincere hai bisogno dei voti dei moderati. Soprattutto in Lombardia.
Certo, il voto uscito dalle urne spiazza comunque: non ci si aspettava una debacle della destra, ma quanto meno un ridimensionamento. In Francia, ad esempio, c'è stata una reazione drastica dell'elettorato contro il governo. Una cosa quasi normale che accade in ogni Paese travolto dalla crisi economica. Da noi, invece, il governo è quasi stato premiato. E l'astensionismo alla fine forse ha influito più contro di noi. Contenti gli italiani... L'importante è che non si risveglino dall'incantesimo quando ormai è troppo tardi.
Vincitore della competizione, comunque, la Lega. Il perché è semplice: non per la capacità di stare vicino alla gente e di farsi capire, ma perché riesce a coglierne l'individualismo più esasperato e le paure più recondite. E nemmeno per le proposte avanzate. Delle cose promesse in questi anni, infatti, cosa sono stati capaci di mantenere? Le tasse aumentano; i clandestini arrivano ugualmente, tranne i 4 poveri diavoli sui barconi dall'Africa; il federalismo tanto decantato vede i comuni senza risorse. E vedrete che alla fine il federalismo della Lega non sarà altro che un sistema per far pagare meno tasse (soprattutto ai ricchi ed ai più furbi) a scapito della riduzione dei servizi sociali. Come sta accadendo con le "ronde" o "osservatori della sicurezza" che dir si voglia: taglio le risorse alle forze dell'ordine e poi faccio pattugliare le strade (gratis) dai cittadini. I deboli saranno così lasciati indietro, o maggiormente sfruttati.
E sentire Umberto Bossi annunciare le riforme, come se non fosse stato finora una sua responsabilità (visto che lui è solo il ministro delle... riforme), lascia davvero sconcertati. Ancora di più poi il fatto che un Cota guidi una regione importante come il Piemonte o un Renzo Bossi (entrato nel guinness dei primati per essere stato bocciato 3 volte alla maturità) sia stato eletto consigliere regionale. Ma si sa, questo è il "nuovo" che avanza, e quindi tutto rimarrà come prima: il lavoro che viene a mancare, le imprese lasciate sole ad affrontare la crisi, i giovani sempre più precari, il welfare obsoleto, l’aria irrespirabile, il territorio cementificato, i Comuni che affogano nei tagli e nei vincoli romani...E come se l'orrore non fosse abbastanza, abbiamo sentito il leader della Lega annunciare la sua eventuale candidatura a sindaco di Milano: pensate, il capoluogo della Lombardia, che già ora viene criticato per essere un passo indietro (ed anche di più) rispetto ad altre metropoli europee, e che aspira a rilanciarsi anche grazie all'Expo nel futuro, così rischierebbe di precipitare in una sorta di medioevo prossimo venturo.