La situazione delle liste elettorali, in attesa della sentenza del TAR, attualmente è un gran pasticcio, dal momento che il Presidente Napolitano pare non voglia accettare l'ipotesi di una leggina o decretino ad hoc se non c'è consenso da parte di tutte le forze politiche.
Per cui, anche se:
- la legge è uguale per tutti
- è stato il centrodestra a non volere una semplificazione della legge elettorale
- sono stati sempre loro a commettere errori balzani nella raccolta delle firme (e si ventila perfino l'ipotesi di falso in atto pubblico e falsità ideologica)
- invece di riconoscere, umilmente, di aver sbagliato, Formigoni, con la consueta arroganza, denuncia complotti
- l'unico precedente in cui qualcuno si è appigliato a regole burocratiche per invalidare un voto è proprio del centrodestra, perché loro, le regole, agli altri le fanno rispettare nei minimi particolari.
Ebbene, nonostante questo, caro Bersani, se anche la sentenza del TAR fosse contraria al loro ricorso, andiamogli incontro, senza nulla chiedere in cambio.
Facciamolo per rispetto a quella rappresentanza elettorale di cittadini a cui si rischia di togliere la possibilità di voto per la dabbenaggine, l'incapacità e le beghe di un governatore uscente (si spera per sempre) e della sua lista, che pensano più ai problemi privati che a quelli della gente.
Oltretutto, ci sarebbe anche l'ulteriore ingiustizia dell'estromissione di liste che le firme le hanno raccolte regolarmente, come, ad esempio, quella della Lega Nord, che è nelle piazze, in mezzo alla gente, con i gazebo da almeno un mese (riconosciamoglielo). Anche se poi questo è il partito che studia e inventa cavilli e quant'altro per mettere continui ostacoli agli immigrati.
Fa niente se poi dovessimo perdere e se loro (nella stessa situazione) non lo farebbero mai: diamo il nostro consenso, diamogli una prova di DEMOCRAZIA.