Si parla di un tentativo da parte del governo di inserire una norma per evitare il pagamento dell'Imu alla Chiesa, anche per immobili e attività che ottengono profitti. Il governo però smentisce. E speriamo sia così. Perché è giusto non fare pagare imposte alle attività non-profit della Chiesa che operano nel sociale in sola misura caritatevole e solidale, ma sarebbe grave allargare il campo, soprattutto tenendo conto del concetto di equità: l'Imu alle attività che ottengono ricavi (come cliniche ed alberghi) deve valere come per tutti gli italiani. E poi, c'è il rischio di sanzioni europee, che potrebbero essere retroattive (dal 2006) e costarci circa 3 miliardi. Ecco, non vorremmo nemmeno che si ascoltasse l'Europa solo quando ci chiede di tartassare pensionati, famiglie e piccole imprese.