Tra lacrime e polemiche, si chiude ad Assago l'era Bossi nella Lega. Una fine ingloriosa per il "senatur", che dopo più di 20 anni, dopo le note vicende giudiziarie in cui è coinvolto insieme ai suoi figli, si vede tagliato fuori dalla sua "creatura", come lui stesso ha sottolineato, contestando apertamente il nuovo statuto, che di fatto lo esclude da una futura carica di segretario.
Si volta dunque pagina: un Palaforum gremito ha infatti eletto per acclamazione Roberto Maroni segretario del partito.
I nostri auguri di buon lavoro al nuovo segretario leghista sono d'obbligo, e anche se le idee appaiono tuttora confuse e i propositi non sembrano dei migliori (si critica Formigoni, ma gli si dà la fiducia; si dice no alle poltrone, ma poi ci si aggrappa con le unghie), speriamo comunque che con il "nuovo corso" la Lega invece che di Padania parli piuttosto di Nord-Italia, che punti al federalismo e non alla secessione, che cambi la politica della paura con quella dell'apertura, che faccia valere il principio del merito e non più quelli del clientelismo e del nepotismo.