Qualche giorno fa una nota agenzia di rating ci ha declassato, oggi il rapporto annuale ISTAT conferma un'Italia paralizzata e sempre più in difficoltà: 1 italiano su 4 è a rischio povertà; oltre 500.000 giovani hanno perso il lavoro nel biennio 2009 – 2010; la dispersione scolastica è al 19%; le donne italiane sempre più povere, disoccupate e con carichi famigliari pesanti: solo una su due lavora.
E intanto il governo è attorcigliato su se stesso, preoccupandosi di moltiplicare sottosegretari e spostare ministeri, mentre il Parlamento, invece di discutere di riforme per rilanciare l'economia, è bloccato a scippare i referendum e studiare leggi ad personam per salvare il "padrone" dai propri processi.
Anche in campagna elettorale stiamo assistendo ad uno spettacolo becero e indecoroso, con esponenti del governo che hanno dato il via ad una vera guerra civile, lanciando insulti, spargendo menzogne, paventando fantomatiche invasioni di gay, spacciatori, musulmani e zingari, invece che parlare di programmi, proposte e problemi reali. E ogni volta che pensi che si sia toccato il fondo, ti sorprendi la volta successiva che così non è.
Non si tratta più di non riuscire a vedere e capire quali sono le difficoltà del Paese: qui è menefreghismo puro associato alla salvaguardia dei propri e meschini interessi personali. I tempi per rimediare ci sono: ciò che manca è un governo responsabile e competente per farlo.