sabato 12 marzo 2011

Fede-realismo

Il timore è che la cura possa essere peggio della malattia: è la conclusione unanime a cui sono giunti, venerdì sera, i relatori dell'incontro "Facciamo i conti con il federalismo", organizzato dal nostro Circolo a Vedano Olona.
In ogni caso, il numeroso pubblico presente ha ottenuto sull'argomento opinioni e risposte concrete, e non fumose ed ideologiche.
Paolo Balduzzi (ricercatore in Scienze delle Finanze all'Università Cattolica di Milano) ha messo in evidenza, attraverso la proiezione di dati (tra cui uno specchietto riguardante proprio il nostro Comune), come il dichiarato superamento di un sistema a finanza derivata risulta quantomeno discutibile, visto che gli spazi di manovra per i comuni rimarranno comunque ridotti: l’aliquota dell’IMU (la nuova tassa prevista nella riforma) rimane infatti fissata a livello centrale, mentre lo sblocco dell’addizionale Irpef e l’estensione dell’imposta di soggiorno (altra nuova tassa) andranno a "beneficio" solo di un certo numero di comuni (Vedano Olona, giusto per fare un esempio, non potrà fruirne).
Il sindaco di Saronno Luciano Porro ha invece sottolineato i disagi, dovuti ai tagli del governo, dei primi cittadini (anche di area leghista, citando, non a caso, Attilio Fontana, sindaco di Varese e presidente Anci Lombardia), stretti nella forbice "risorse limitate/patto di stabilità", e come la riforma del federalismo municipale, così strutturata, non solo giunge in un momento inopportuno, ma costringerà i sindaci a mettere le mani nelle tasche dei cittadini per garantire i servizi necessari.
Giorgio Merletti, presidente Confartigianato Varese, attraverso la lettura di una serie di articoli e comunicati stampa, ha invece espresso le sue perplessità sulla riforma (definendola "un gran pastrugno"): innanzitutto perché è quanto meno bizzarro un federalismo che parte da uno Stato centrale (semmai, dovrebbe essere proprio il contrario); poi, per le incongruenze che iniziano ad emergere, come il metodo individuato per il calcolo dei costi standard, che finirebbe addirittura per premiare le Regioni "sprecone" e penalizzare le virtuose.
L'On. Antonio Misiani (deputato PD e componente della Commissione Parlamentare per l'attuazione del Federalismo), ha posto invece l'accento su come questa manovra frettolosa e pasticciata sia stata portata avanti dalla Lega solo per piantare una "bandierina" propagandistica, ed ha portato poi l'attenzione sui principali punti critici della riforma:
- meno risorse per i Comuni
- più tasse per lavoratori, pensionati e attività produttive
- meno tasse per i proprietari di immmobili locali (con la cedolare secca e l’IMUP ridotta), di contro senza alcun beneficio significativo per chi vive in affitto
- assoluta negazione del principio federalista “pago, vedo, voto”, poiché la principale imposta (IMUP) ricade in prevalenza su soggetti non residenti.
Per Misiani (che in questi mesi ha lavorato alacramente con il gruppo PD portando avanti proposte di rilievo, purtroppo rimaste inascoltate), le soluzioni avrebbero dovuto essere:
- l'introduzione di una tassa dei servizi
- il mantenimento dell'Ici per i ceti alti
- una tassazione sulle rendite anziché sulla produttività
- un efficace meccanismo per determinare un valido e concreto sistema perequativo.
A breve si inizierà comunque a discutere del federalismo regionale. Sempre che nei prossimi 4 mesi quello municipale concluda il suo percorso e che, avvenuto questo, Bossi non decida poi di staccare la spina al governo.