Scatta oggi a L'Aquila il G8 dei Grandi. Evento preceduto dalle polemiche della stampa estera scatenata contro Silvio Berlusconi. L'ultima bordata arriva dal Guardian, che oltre a criticare l'organizzazione del summit paventa addirittura per il futuro l'esclusione dell'Italia dal G8, a favore della Spagna.
Un'ipotesi, quest'ultima, tuttavia che appare alquanto improbabile.
Palazzo Chigi ha liquidato queste insinuazioni come "sciocchezze, frutto di complotti". Fosse così, resta da capire se è un complotto contro l'Italia o Berlusconi. Insomma: Berlusconi è la causa di queste critiche al nostro Paese o è l'effetto?
Di certo l'Italia ha perso credibilità a livello internazionale, e non solo per le frequentazioni private del premier, su cui la stampa estera si è parecchio soffermata e che a quanto pare vuole ancora dare ulteriori affondi.
Il nostro PIL è in caduta libera, il reddito medio pro capite è ancora diminuito (superati dalla Spagna). A questo aggiungiamoci poi i provvedimenti inefficaci del nostro governo e che addirittura vanno in direzione opposta alle politiche intraprese dalla maggior parte dei paesi occidentali (dall'economia al mondo del lavoro, dall'immigrazione all'ambiente).
Il quadro è davvero desolante: risultiamo alla fine un Paese inaffidabile e chiuso su se stesso.
La stessa agenda proposta a questo summit appare alquanto banale e piena di contraddizioni: si parla addirittura della proposta dell'Italia istituire un fondo di 10-15 miliardi di dollari per combattere la fame nel mondo. Ebbene, appare alquanto paradossale che a proporre iniziative di questo tipo sia un governo che è accusato dall'ex-segretario dell'ONU Kofi Annan e dai cantanti Bono e Bob Geldof (impegnati negli aiuti al terzo mondo) di non adempiere al rispetto delle quote di aiuti ai paesi in via di sviluppo. Per non parlare delle proposte di fornire regole al mondo della finanza: un tema su cui l'Italia parte fortemente in ritardo rispetto agli altri componenti del G8, che su questo fronte già hanno agito, mentre da noi il falso in bilancio rimane depenalizzato e la class action (strumento efficace a favore dei consumatori) è stata rinviata per l'ennesima volta.
Sembra davvero un mero tentativo di facciata, le solite promesse per fare immagine, che possono funzionare in un'Italia in cui i media appaiono asserviti, ma che di certo non attecchiscono all'estero, dove occorrono fatti e non parole. La realtà invece è che a quanto pare il rischio è che questo evento possa trasformarsi per l'Italia in un boomerang: per la mancanza di organizzazione e per il fatto che Berlusconi, per le sue traviate vicende personali, si troverà in una posizione indebolita.
Una prima conseguenza di questo declino internazionale si è vista al Parlamento Europeo, con la mancata designazione alla presidenza di Mario Mauro, candidato principe di Berlusconi.
Ormai è come un effetto domino: di sicuro questo sarà l'ultimo G8 di Berlusconi, e lo farà quasi certamente con un ruolo da comprimario, pur essendo padrone di casa. L'importante è che non ci vada di mezzo anche l'Italia.