E' davvero uno spaventoso passo all'indietro l'emendamento sul ritorno al nucleare in Italia, presente nel DDL Sviluppo votato in questi giorni dal governo.
Proprio nei giorni del G8, in cui il nostro premier parla a vanvera di "energie rinnovabili, innovazione, green economy, rispetto dell'ambiente", ecco che i suoi "dipendenti" lavorano per l'opposto.
Tutto questo fermerà lo sviluppo delle energie rinnovabili, portando sprechi e grandi spese: il nucleare non è assolutamente un’energia rinnovabile. Inoltre, l’uranio è in via d’estinzione, e la tecnologia non è nemmeno pulita, perché le scorie sono le più pericolose al mondo, dato che rimangono attive per milioni di anni.
I benefici economici (sempre che ce ne siano) poi non si vedranno prima di 5-10 anni: ma l'emergenza è ADESSO. E le rinnovabili (eoliche e solari) possono affrontarla fin da subito, oltre che procurare nuovi posti di lavoro, come sta accadendo negli USA, in Germania e in Francia, nazioni che hanno abbandonato la via del nucleare.
Oltretutto, nel 1986 il popolo italiano decise per il NO al nucleare in un referendum: si vuole passare sopra la testa degli italiani e decidere del loro futuro in modo così arbitrario?
E intanto, la scelta dei siti per la collocazione delle centrali nucleari sta già provocando una serie di reazioni a catena in Regioni e comuni: nessuno vuole rischiare in casa propria una nuova Chernobyl.