Il voto di stamattina al Senato con i franchi tiratori in azione contro il governo riporta indietro la memoria al mese d'aprile 2013, quando fu affondata la candidatura di Prodi alla Presidenza della Repubblica. Non pensiamo comunque che questo voto affosserà anche la riforma del Senato (e tutto ciò che ne consegue), però di certo rende più difficoltoso l'iter. Ci si chiede però come mai nei 4 e passa mesi di discussione in commissione non si sia riusciti a trovare un testo condiviso da andare poi a votare in Parlamento, senza arrivare a questo muro contro muro, una guerra vera e propria combattuta fra singolari contestazioni e artifici tecnici del regolamento.
Possibile che la maggioranza non abbia trovato da parte dell'opposizione nessuna proposta condivisibile? Poi, c'è anche il paradosso che chi critica il governo di perdere tempo per la riforma sul Senato, si industria proprio a creare migliaia di emendamenti (anche i più assurdi) per fare ostruzionismo all'infinito. Tenendo conto poi che senza i 2/3 delle Camere la proposta di Renzi non passerebbe ma andrebbe ad un referendum confermativo, dove a decidere sarebbero i cittadini: quindi proprio quel voto popolare che alcune frange dell'opposizione hanno innalzato a loro cavallo di battaglia, ma che invece sembrerebbero volere evitare.
La speranza è che si arrivi al più presto ad una conclusione, evitando salti nel vuoto o nel buio.