Matteo Renzi, com'è nel suo stile, dà un'accelerata, partendo con una conferenza stampa ricca di annunci e effetti speciali. Le premesse paiono ottime, il dubbio è che rimangano promesse e non diventino fatti. E questo dipende tutto dalle coperture che si riuscirà a trovare (tagli alla spesa pubblica, rientri di capitali, aumenti di tasse sulle rendite). L'idea principale è comunque quella della riduzione della tassazione per il lavoro dipendente, che porterà sostanzialmente 1.000 euro in più all'anno a chi ne guadagna meno di 1.500 al mese, favorendo quindi i redditi bassi (circa 10 milioni di italiani) per rilanciare i consumi. Anche le imprese vengono gratificate, con un 10% di sconto sull'Irap. E tutto questo a partire da maggio. C'è chi plaude (come i sindacati, prima ostili), ma anche chi ironizza. Vedremo se sarà davvero la svolta buona: intanto il premier va avanti, come aveva annunciato e fatto per l'Italicum, la sua riforma elettorale approvata ieri alla Camera. Per adesso, quindi, è 1 a 0 per lui.